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PRIMA MISSIONE COMPIUTA PER IL TEAM FANTIC ALLA DAKAR

Tutti i sette i piloti supportati dalla Casa veneta hanno superato con successo la massacrante 48 Ore Crono in sella alle loro Fantic XEF 450 Rally.

Tenacia, determinazione e genio. La 48 Ore Crono era una questione di sopravvivenza: 947 km da affrontare in due giorni senza assistenza. L’obiettivo era arrivare alla fine e così è stato per il Fantic Racing Rally Team con i sette piloti che hanno chiuso con successo la due giorni e sono rientrati al bivacco di Bisha dove li attendeva il team di assistenza.

Il primo ad arrivare è stato il pilota Fantic Factory Jeremy Miroir, con un’altra buona prestazione ha chiuso 33° assoluto e 15° nella classe Rally 2. Sandra Gomez, unica donna in gara, ha terminato la tappa al 61° posto della generale, 42° di categoria.

Tanti i colpi di scena per tutti i concorrenti e anche gli alfieri Fantic non si sono fatti mancare diversi spaventi e avventure che potranno poi, un giorno, raccontare ai nipoti. Perché questa è la Dakar: sogno e polvere da vivere su due e quattro ruote.

Non sono mancate le cadute per il pilota ufficiale Tommaso Montanari, che già partiva dolorante, e i due “clienti” Mohammed Balooshi e Rafic Eid. Tomas de Gavardo si è perso ed ha vagato per circa un’ora e mezzo alla ricerca della giusta direzione quando è calata la notte. Per fortuna è arrivato un Side by Side ed il cileno ha seguito i fari del Buggy fino al primo bivacco, dove ha trascorso la notte.

Anche Rafic ha usato l’ingegno per portare a termine la tappa. Ieri, in una caduta ha rotto il serbatoio per cui continuare rappresentava veramente un’impresa. Con un coltellino tascabile ha salvato quello che era possibile salvare ed ha utilizzato delle bottiglie di plastica per riparare il serbatoio in modo alternativo.

Jeremy Miroir, P33 – P15 Rally 2:
“Una doppia tappa massacrante ma per fortuna è andato tutto bene sia per me che per la moto, la mia Fantic si è comportata molto bene. Il terreno ero vario, con tantissima polvere. Pistoni veloci, rocce, dune e dunette piccole con sabbia molle – fisicamente molto provante. È stato bello anche fare chilometri con Balooshi. Con sei bivacchi a disposizione di noi piloti, ci siamo ritrovati insieme al bivacco D. E la notte nel deserto sotto il cielo stellato è sicuramente un ricordo che porteremo con noi”.

Tommaso Montanari, P56 – P37 Rally 2:
“Contento di essere arrivato alla fine, ma è stata durissima. Sono caduto al km 140 perché c’erano dei profondi scavi di ruspa non segnalati e ci sono finito dentro. La botta è stata forte e sono rimasto senza respiro. Ho temuto di non poter continuare. Grazie all’aiuto di un pilota sopraggiunto, mi sono rialzato e sono arrivato fino al rifornimento dove i medici mi hanno visitato e dato medicinali. Non so come ho fatto a guidare la moto per altri 800 km! Ho stretto i denti per il dolore ed ancora faccio fatica a respirare. La Dakar è anche questa”.

Sandra Gomez, P61 – P42 Rally 2:
“È stata una tappa lunga e massacrante come ce l’aspettavamo, anche se la realtà è spesso più dura. Un po’ per tutti è stata una questione di sopravvivenza e sono contenta di essere arrivata alla fine”.​​​​​